lunedì 2 maggio 2011
"Fish Dependence Day"
Povero Mediterraneo....
secondo una ricerca del New Economics Foundation l'impoverimento dei nostri mari diventa ogni anno più grave, la pesca nazionale non riesce a supportare il nostro fabbisogno se non per pochissimi mesi e l'importazione di pesce per le nostre tavole è sempre più consistente.
Di seguito l'articolo de La Repubblica:
Pesce, abbiamo finite le scorte, i nostri mari sempre più poveri
Il "Fish Dependence Day": l'ultimo pesce preso in Italia lo abbiamo mangiato il 30 aprile.
Da questo momento, usiamo solo prodotti importati.
Lo rivela la ricerca della New Economics Foundation, che calcola la capacità produttiva dei mari dei vari Paesi europei e la confronta con i consumi di pesce negli stessi Paesi
di ANTONIO CIANCIULLO
Dal 2000 è cresciuta senza sosta la differenza fra ricchezza dei mari e prelievo
ROMA - Abbiamo finito le scorte. Ci siamo mangiati l'ultimo pesce preso in Italia il 30 aprile e da ieri portiamo a tavola pesce importato. L'intera Europa consumerà la propria produzione ittica entro il 2 luglio, giorno in cui scatterà la dipendenza dagli altri mercati. Il calcolo è stato fatto dal Nef (New Economics Foundation), che si definisce un "think-and-do tank", un gruppo indipendente di ricerca e azione che studia il reale benessere economico dei vari Paesi. E la stima viene elaborata in base a una simulazione statistica: ogni anno si calcola la capacità produttiva dei mari dei vari Paesi europei e la si confronta con i consumi di pesce negli stessi Paesi.
Il risultato è sconfortante. Dal 2000 la differenza tra la ricchezza dei mari e il prelievo è diventata sempre maggiore, il deficit alimentare è cresciuto senza sosta. Ogni anno i nostri mari si impoveriscono rispetto all'anno precedente e il Fish Dependence Day, il giorno in cui finisce l'autosufficienza alimentare per il pesce, si anticipa. Ecco i dati relativi ad altri Paesi: in Spagna il pesce autoctono si esaurisce l'8 maggio; in Portogallo il 26 aprile; in Francia il 13 giugno; in Germania il 27 aprile; nel Regno Unito il 16 luglio. L'unico paese quasi in pareggio è la Svezia, autosufficiente fino al 30 dicembre.
Gli effetti del sovrasfruttamento degli stock ittici europei sono mascherati dall'aumento delle importazioni di pesce proveniente da altri mari. Ma il dato di fondo - si osserva nel rapporto - è che lo sviluppo dell'acquacoltura non è Ogni anno i nostri mari si impoveriscono rispetto all'anno precedenteriuscito a bloccare la crescente dipendenza dal pesce importato.
"Le catture sono in declino e gli studiosi avvertono che il 54% dei 46 stock ittici del Mediterraneo esaminati sono sovrasfruttati", dichiara Aniol Esteban di Nef/Ocean2012 e coautore del rapporto. "Gli italiani consumano la stessa quantità di pesce del 1999 ma poiché le catture sono molto diminuite hanno bisogno di importare il 37 per cento di pesce in più".
Nell'Unione europea, che vanta alcune delle più potenti flotte di pesca del mondo, le catture sono diminuite del 2 per cento l'anno dal 1993. I consumi invece sono cresciuti: tra il 1960 e il 2007 il consumo di pesce mondiale è quasi raddoppiato passando da 9 a 17 chili pro capite l'anno e in Europa si arriva a 22 chili. Secondo la Banca Mondiale le perdite economiche determinate, a livello globale, dall'eccesso di pesca, ammontano a 50 miliardi di dollari l'anno.
Qui il rapporto (in inglese)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento