
Un bull shark ed uno squalo martello catturati, uccisi e spediti a far imbalsamare.
Certo, è un episodio di 18 mesi fa e si può sempre dire che l'esperienza abbia poi portato il famoso chef sulla retta via ma....
...Gordon, che figura di merda !!!

Ma anche grazie alla collaborazione con il Centro di ricerca mammiferi marini, il Crimm, sono state avvistate più volte nella zona vicino a Molarotto due balene. «Due esemplari imponenti di 20 metri - dice la vicepresidente del Crimm, la biologa marina Francesca Magnone -. Un avvistamento che acquista un senso particolare, non troppo frequente nelle coste della Gallura. Ancora più raro vederle mentre si nutrono. Non è un caso che le balene si siano fermate nella zona A, quella di tutela integrale dell'Area marina protetta, in cui l'effetto riserva è più marcato». Balene buongustaie che hanno scelto una delle zone più ricche di plancton.
«Questi mammiferi si vedono di solito lontano dalla costa, in acque profonde - continua Magnone -, solo in rare occasioni si avvicina alle coste per alimentarsi. Le balene non hanno denti, ma fanoni, lamine sfrangiate in setole che utilizzano come setacci per filtrare plancton e pesci di cui si nutrono. Anche se innocuo è importante averne rispetto visto la mole imponente».
Negli scatti del naturalista Egidio Trainito si possono ammirare gli squali mentre si concedono ai fotografi durante il lauto pasto. «Per noi è la conferma che andiamo verso la giusta direzione - continua Panzalis, dell'Amp -. A Tavolara si moltiplicano i passaggi di specie protette che si avvistano raramente vicino alla costa. Osservare due balene da 50 tonnellate muoversi agili vicino a Molarotto è un'emozione che ripaga dei tanti sforzi. Ma per noi è prima di tutto un prezioso elemento di studio. Là c'è la zona di riserva integrale, in cui è vietato l'accesso all'uomo. È un'area di ripopolamento». Un laboratorio all'aperto voluto con forza dal direttore dell'Amp, Augusto Navone. Un laboratorio in cui le specie crescono in assenza del loro più pericoloso nemico. L'uomo.
Da non perdere l'agghiacciante reportage di Alex Hofford, da cui sono tratte le immagini ed il video.
Per stomaci forti.
Foto W.Leander, Aliwal Shoal 2008
Questo sistema è stato a lungo criticato perchè causa notevoli danni alla dentatura e alla mandibola degli squali e non solo, dato che ultimamente qualche esemplare è rimasto impigliato nei cavi...Anche i cavi sono ricoperti di gomma, per ridurre al minimo l'impatto sulla dentatura degli squali.
Riassuntino veloce:
Riccardo Sturla Avogadri diceva:
"Il progetto consiste in una barriera ad onde elettromagnetiche creata attraverso degli elettrodi disposti di fronte le spiagge che faranno da filtro solo per gli squali e le razze non per gli altri pesci. (...) Questo tipo di tecnologia esiste già per difese personali ma nel mondo non è mai stata usata per proteggere una intera area. Il progetto è piaciuto molto e il giorno dopo siamo stati autorizzati a recarci in mare aperto al limite del parco marino per attirare dei Longimanus. Il Governatore ha anche richiesto al parco marino di collaborare con noi.(...)
Al momento abbiamo ricevuto l’incarico di costruire 13 barriere di 100 mt per i principali hotel di Sharm El Sheikh."
Il Governatore, General Abdel Fadeel Sousha, invece pare abbia dichiarato questo:
"He (the company's owner) showed us a video in a meeting in Sharm El-Sheikh on devices used to protect beaches from sharks and made verbal and purely theoretical proposals that didn't persuade me on a personal level," said General Sousha. "I asked him for a practical demonstration in front of a committee of experts so we could be sure the devices work effectively. This still hasn't happened."
In italiano:
"Il proprietario della società (Riccardo Sturla Avogadri n.d.a.) ci ha mostrato, durante un meeting a Sharm el Sheikh, un video sui dispositivi utilizzati per proteggere le spiagge dagli squali e ci ha fatto proposte solo verbali e teoriche che non mi hanno persuaso a livello personale. Gli ho chiesto una dimostrazione pratica di fronte ad una commissione di esperti, in modo da essere sicuri che il dispositivo funzioni effettivamente. Questo non è ancora accaduto."
Articolo completo da Ahram Online:
Governor denies agreeing electro-magnetic shield to prevent sharks
Experts say the electro-magnetic shield shocks swimmers not sharks
Dalia Farouq, Sunday 2 Jan 2011
General Abdel Fadeel Sousha, governor of South Sinai, has denied media reports that he has agreed with the owner of an Italian company (Shark Academy) to install an electro-magnetic shield along the Sharm El-Sheikh coastline to protect it from shark attacks.
"He (the company's owner) showed us a video in a meeting in Sharm El-Sheikh on devices used to protect beaches from sharks and made verbal and purely theoretical proposals that didn't persuade me on a personal level.
"I asked him for a practical demonstration in front of a committee of experts so we could be sure the devices work effectively. This still hasn't happened."
Shousha went on to add that "Shark Academy's claim that it has started supplying thirteen hotels in Sharm El-Sheikh is incorrect because it hasn't backed up its claims and we won't allow our coasts to be an experimental field for untested devices and hardware or half-solutions that expose the lives of our guests to risks."
Shousha's scepticism is well founded according to Ziad Basel, chairman of the technical committee of the Chamber of Diving Tourism and Marine Activities.
Basel, explained that the electro-magnetic shield that Shark Academy proposed is not certified by scientists according to criteria applied anywhere in the world.
According to Mary Levine, head of Princeton University's shark research institute and part of the team of experts that looked into reasons for the spate of shark attacks in Sharm El-Sheikh last December, the electro-magnetic shield doesn't work.
The system, she revealed, has already failed to prevent sharks from entering swimming areas in Natal, South Africa. Instead swimmers received a shock as they swam.
Even when the system was developed and produced in a different form by an Australian company under the name Shark Shell, it also failed to protect swimmers from shark attacks.