venerdì 21 gennaio 2011

Squali elefante e balene ad Olbia !!!

Buone notizie per i nostri mari: nei giorni scorsi, nelle acque antistanti Olbia (Sardegna) sono stati avvistati 2 esemplari dell'innocuo squalo elefante (Cetorhinus maximus) e 2 di balena (peccato non saperne la specie) intenti a cibarsi di plancton nell'Area Marina Protetta di Tavolara.

Di seguito l'articolo tratto da La Nuova Sardegna.
Foto di Egidio Trainito.




Squali e balene superstar, i giganti del mare solcano le acque di Tavolara
Avvistati due esemplari di 20 metri a Punta Timone e Molarotto: ghiotti di plancton, si concedono ai fotografi

OLBIA. Danzano sul velluto blu delle acque di Tavolara. Squali e balene, signori del mare, scivolano eleganti, vanitosi. Quasi consapevoli di essere delle superstar. Osservati, studiati, fotografati nelle loro evoluzioni dagli uomini dell'Area marina protetta. Hanno scelto le placide acque della Gallura per svernare. Giganti dei mari che da alcune settimane arrivano puntuali all'appuntamento quotidiano con gli scienziati del mare per il loro set fotografico.

Due diversi avvistamenti, in due aree non troppo lontane tra loro. A Punta Timone, dietro Tavolara, in zona militare, due squali elefante banchettavano. I pesci sono innocui si nutrono di plancton e piccoli crostacei. «Della coppia fanno parte un maschio di 10 metri e una femmina di 7 metri e mezzo - spiega Pier Panzalis, uno dei biologi dell'Area marina protetta -. Siamo riusciti ad avvicinarci mentre si nutrivano».


Ma anche grazie alla collaborazione con il Centro di ricerca mammiferi marini, il Crimm, sono state avvistate più volte nella zona vicino a Molarotto due balene. «Due esemplari imponenti di 20 metri - dice la vicepresidente del Crimm, la biologa marina Francesca Magnone -. Un avvistamento che acquista un senso particolare, non troppo frequente nelle coste della Gallura. Ancora più raro vederle mentre si nutrono. Non è un caso che le balene si siano fermate nella zona A, quella di tutela integrale dell'Area marina protetta, in cui l'effetto riserva è più marcato». Balene buongustaie che hanno scelto una delle zone più ricche di plancton.


«Questi mammiferi si vedono di solito lontano dalla costa, in acque profonde - continua Magnone -, solo in rare occasioni si avvicina alle coste per alimentarsi. Le balene non hanno denti, ma fanoni, lamine sfrangiate in setole che utilizzano come setacci per filtrare plancton e pesci di cui si nutrono. Anche se innocuo è importante averne rispetto visto la mole imponente».



Negli scatti del naturalista Egidio Trainito si possono ammirare gli squali mentre si concedono ai fotografi durante il lauto pasto. «Per noi è la conferma che andiamo verso la giusta direzione - continua Panzalis, dell'Amp -. A Tavolara si moltiplicano i passaggi di specie protette che si avvistano raramente vicino alla costa. Osservare due balene da 50 tonnellate muoversi agili vicino a Molarotto è un'emozione che ripaga dei tanti sforzi. Ma per noi è prima di tutto un prezioso elemento di studio. Là c'è la zona di riserva integrale, in cui è vietato l'accesso all'uomo. È un'area di ripopolamento». Un laboratorio all'aperto voluto con forza dal direttore dell'Amp, Augusto Navone. Un laboratorio in cui le specie crescono in assenza del loro più pericoloso nemico. L'uomo.

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