martedì 19 ottobre 2010

Compleanno a Mezzocanale

Argentario - Secca di Mezzocanale - 1° Ottobre 2010

Da una decina di anni ho deciso che il giorno del mio compleanno devo passarlo sott’acqua o, in caso di elementi atmosferici avversi, in qualche posto interessante/nuovo/ovunque ma non al lavoro.
Per quest’anno scelgo la felice opzione “weekend lungo” all’Argentario.
Mentre finiamo di caricare le attrezzature in macchina, Stefania ci comunica l’orario di ritrovo per la mattina successiva e la meta: Mezzocanale!
Ottimo. Gongolo un po’: sono 3 anni che non vado in questo meraviglioso posto e non vedo l’ora. Peccato solo non potermi immergere con il mio buddy, causa problemi logistici dovuti al gommone.
E’ come se mi mancasse qualcosa ma al porto, la mattina dopo, me ne faccio subito una ragione.
Nonostante le previsioni dei giorni precedenti, il tempo è buono, il mare e la compagnia anche: ci sono tutte le premesse per festeggiare adeguatamente.
Mi guardo attorno: le configurazioni degli altri sono tutte più o meno tek: bibo, de compressive e nero nero nero.
Mi metto a preparare l’attrezzatura in un angolino, vergognandomi anche un po’ di tutto sto fucsia ( meno male che le pinne rosa con cinghiolo fai da te very povero sub le ho lasciate a casa ) del mono da 15 litri e dell’octopus vintage rigorosamente INT…
Partiamo.
Vento in faccia e profumo di mare. Mi sento subito meglio, leggera, la testa senza pensieri.
La pittoresca scogliera a strapiombo scorre veloce. Ci portiamo più al largo fino a raggiungere il punto di immersione.
Qualche barchetta di pescatori staziona lì, con nostro disappunto, ma appena arriviamo partono, lasciandoci il campo libero.
Simone fa un rapido briefing e va a controllare l’ormeggio sulla secca; nel frattempo si decidono le coppie: io starò con S. che conosco ( ma non subacqueamente parlando: mi concentro sulla sua attrezzatura, per poterla distinguere in mezzo a tutti ‘sti cosi neri bibombolati ).
Iniziamo a prepararci, senza fretta.
Simone riemerge, dandoci l’ok: l’ormeggio è perfetto. A turno ci portiamo verso la poppa del gommone e, con una capriola all’indietro, ci buttiamo in acqua.
Appena tocco la superficie, sento subito una sciabolata di freddo al fianco…’azz!
Mi sa che le cuciture di questa povera stagna…. Non faccio a tempo a finire il pensiero che realizzo che l’acqua che sta filtrando nella muta è troppa per provenire da una cucitura allentata.
E’ più probabile che ci sia un buco vero e proprio nella stagna.
E’ così tanta la voglia di azoto che non mi metto nemmeno a smadonnare come al mio solito.
Mi sorprende questa mia versione zen…sarà l’età?
Pinneggiando raggiungo la catena dell’ancora: quando ci arrivo, ho tutto il sottomuta zuppo e sento i piedi che sciacquettano allegri in una simpatica pozzanghera.
Non mi ricordo nemmeno più da quanti anni non mi immergo in umida nel Mediterraneo (considerando che per me “umida” = semistagna!).
Scendiamo in fila indiana; la visibilità all’inizio non è cristallina come ci avevano decantato fosse proprio il giorno prima, ma è comunque buona.
Ogni tanto mi giro verso S. che mi segue e ci scambiamo un ok.
Raggiunto il cappello della secca, mi si apre il cuore.
Gorgonie gorgonie gorgonie!
Un tripudio di gorgonie! E su quasi ognuna, un Astrospartus mediterraneus…
Piccoli, eh, ma tanti!
Branchi di pesci di ogni genere circondano la secca, vivaci colori esplodono sotto il fascio della mia torcia.
Mi godo questo angolo di paradiso. Rosa, viola, giallo, fucsia, arancione.
Peccato non aver portato la macchina fotografica…ma anche no!
Oggi avevo proprio bisogno di un momento tutto mio.
La processione di sub inizia a dipanarsi lungo la parete della secca, ordinatamente, a coppie. Si vede che son tecnici, questi! ;-)
Quando do un’occhiata a S. mi accorgo con piacere che anche lei mi tiene “sotto tiro”, in maniera discreta ma efficace, noto il suo sguardo presente ed attento, mai successo con un buddy “occasionale”.
Ogni spaccatura nella roccia ci regala una sorpresa: musdee, murene di varie misure ed un grosso grongo. Una nuvola di grossi dentici appare e scompare attorno al cappello, sciamando lenta vicino a noi, per farsi ammirare meglio.
Ma sono i colori e la ricchezza delle gorgonie che rapiscono il mio cuore, oggi.
Una lievissima corrente fa sì che tutti i polipi delle gorgonie siano espansi, una vera meraviglia.
Rimarrei ore a contemplare questi colori, ma il tempo sott’acqua è tiranno, si sa, e dobbiamo ancora completare il periplo della secca. Proseguiamo, indugiando in ogni apertura della roccia, alla ricerca di qualche animaletto.
I dentici proseguono indisturbati il loro giro di ronda sulla sommità del crinale. Torniamo alla catena dell’ancora, è tempo di risalire: mi costa sempre staccarmi da questo mondo, ma oggi ancora di più.
Un’occhiata al computer mi fa rompere ogni indugio: non voglio farmi tanta deco con la muta completamente allagata.
Risaliamo tutti, ognuno con i suoi stop ed ognuno con i suoi cambi gas, ci ritroviamo poi in zona 5/6 metri, dove troviamo il trapezio per la deco calato in mare insieme alle bombole di rispetto.
Contrariamente a quanto prevedevo, non ho per niente freddo, nonostante l’acqua sia sui 16°C ed io sia completamente zuppa; mi attacco alla catena, mi sdraio guardando la superficie e mi auto ipnotizzo guardando le mie bolle che salgono espandendosi, cullata dal ritmo del mio respiro.
La mia deco finisce insieme a quella di tutti gli altri e nonostante la mia imbarazzante versione ricreativa, non ci sono state differenze di sorta tra i nostri profili.
Una volta sul gommone, un timido sole fa capolino tra le nuvole che nel frattempo hanno velato il cielo, riscaldandoci.
Un movimento tra le onde attira la nostra attenzione: un grosso pesce luna passa, saluta e se ne va, portato dalla corrente. Non c’è tempo per buttarsi in acqua, siamo già svestiti; guardiamo la pinna dorsale che, sventolando nella brezza, si allontana in direzione Giglio.
E’ la classica ciliegina sulla torta, ed oggi è proprio il caso di dirlo!
Buon compleanno!


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