mercoledì 13 ottobre 2010

La notturna sulla U.S.A.T. Liberty



Indonesia, Bali, Tulamben - Maggio 2007

Io & Cicciuzz, muta addosso, pinne e maschera sottobraccio, seguiamo la nostra guida attraverso il sentierino che porta alla spiaggia, snodandosi tra palme e cespugli.
Non abbiamo ancora bisogno della torcia, riusciamo a intravedere il percorso, l’oscurità non è ancora totale.
La portatrice è avanti a noi, le nostre 2 bombole in testa, rapida sparisce tra la vegetazione : ce le farà trovare direttamente al punto di ingresso dell’immersione.
Arriviamo in spiaggia, faticando un po’ a camminare sui ciottoli vulcanici, neri come la pece. Finiamo di prepararci, indossiamo le attrezzature, accendiamo le torce.
L’ultimo barlume di luce è sparito dietro le palme.
Due passi e siamo in acqua. Il mare è calmo, la spiaggia è deserta, come poche ore prima d'altronde. L’aspettativa per questo tuffo è alta.
L’immersione della mattina sul relitto della Liberty è stata a dir poco eclatante.
Un ok alla guida, un ok al buddy, pssssss sgonfio il gav ; come sempre all’inizio di ogni immersione chiudo gli occhi, divento goccia tra le gocce,mi godo la sensazione avvolgente dell’acqua nera che mi risucchia e si chiude sopra di me.
Iniziamo la navigazione verso ciò che resta della nave.
Una razza a macchie blu sfreccia veloce, radente al fondo.
Il pensiero va alle immagini del mattino: con la luce avevo ammirato i ciottoli levigati neri e grigi, il loro effetto elegante in contrasto con il blu intenso dell’acqua ; l’incontro con il branco di carangidi, centinaia di esemplari argentati in circolo sopra il pendio, io che mi ci tuffo in mezzo ….dove saranno adesso ?
Il fascio delle nostre luci incontra le prime strutture della nave : macchie di colore esplodono nell’oscurità. Alcionari, crinoidi di tutti i colori, gorgonie, coralli di ogni forma si affollano sulle lamiere.
Ci infiliamo in un buco ed arriviamo alla base della poppa.
Stamattina qui abbiamo incontrato un enorme pappagallo “rinoceronte” (Bolbometopon muricatum ): era la prima volta che ne incontravo uno. Pare siano molto timidi e difficili da approcciare: questo invece era tranquillo e si è lasciato avvicinare e fotografare anche se la mole incuteva comunque rispetto.
Ricordandomi di ciò che avevo visto la mattina, punto la torcia sopra la mia testa, sulla poppa : c’è di tutto e di più, con la sorpresa di vedere le stelle marine Astroglymma sculptum completamente aperte, la loro delicata trina ad accogliere il nutrimento portato dalla corrente. Un movimento brusco richiama la mia attenzione, qualcosa scivola nell’ombra; sposto la torcia fino ad incontrare una cernia enorme che cerca riparo sotto ciò che resta del pennone.
La guida mi chiama per mostrarmi un nudibranco : lo ammiro e poi lascio spazio al Cicciuzz, munito di macchina fotografica. Con la guida mi metto a “spulciare” delicatamente un crinoide alla ricerca del gamberetto pulitore Periclimenes amboinensis che vive in simbiosi : eccolo. Passiamo ad una spugna a barile, la setacciamo con le nostre luci, fino ad individuare il piccolo granchietto peloso che ci vive dentro. Questo animaletto color fuxia (Lauriea siagiani ) è stato scoperto proprio qui a Bali, pochi anni fa, da una esperta guida locale.
Mi soffermo ad osservarlo, fino a quando sento il richiamo della guida.
Un paio di pinneggiate veloci, sono troppo curiosa di vedere cosa ha scovato! Il mio sguardo scorre su tutto il ben di Dio che vive su questo relitto…è veramente troppa roba.
La mattina sono rimasta sconcertata nel vedere la ricchezza di vita che ricopre queste lamiere, rendendo difficile a volte riconoscere ciò che sta sotto, ma di notte è ancora più affascinante.
La torcia si ferma su qualcosa illuminato dalla guida : mi avvicino ancora di più. Una ballerina spagnola (Hexabranchus sanguineus ) ! Bella ! Grande! Come è diversa da quelle rosse brillanti del Mar Rosso. E’ rosa, contornata di un bianco opaco che sfuma nel giallastro.
Il Cicciuzz fa in tempo a raggiungerci e vederla prendere il volo, infastidita dal nostro interesse. Con movenze sinuose e sensuali si stacca dal relitto ed inizia la sua danza verso l’alto, accompagnata dal fascio delle nostre torce e dai nostri sguardi rapiti da questo spettacolo affascinante.
L’atmosfera è irreale, l’acqua sembra non esistere, la ballerina danza fino ad uscire di scena nell’oscurità più completa.
Continuiamo a frugare ed indagare la Liberty alla ricerca di nuove sorprese.
Sorprendo un enorme pesce palla in un buco. Mi ci infilo decisa, lo illumino piano, per non spaventarlo. E’ tranquillo, sonnacchioso; un gamberetto trasparente lo sta pulendo e sgambetta avanti e indietro sulla sua testa. Che scena!
Con agilità mi giro ed aiutandomi col respiro ed un abile microscopico colpetto di pinna , riconquisto l’uscita.
Stasera mi sento proprio pesce. Godo di questa sensazione.
Le emozioni non sono finite. Il relitto riserva ancora sorprese.
Non faccio tempo ad uscire dal buco che la mia torcia incontra uno sguardo rincoglionito dal sonno. Due occhi grandi così che mi fanno sobbalzare : è un pappagallo “rinoceronte” che dorme appoggiato in una nicchia. Chissà se è quello di stamattina ? Guardo la pinna caudale : no, non è lui, quello di stamattina aveva un morso ben evidente all'attaccatura della coda. Con un urletto richiamo l’attenzione del Cicciuzz, che si avvicina ( ma non troppo ! ) per qualche scatto.
Calibro i miei polmoni e senza nessun movimento del corpo mi sposto leggermente sopra di lui, in modo da illuminare dall’alto il pesce e permettere la messa a fuoco della macchina fotografica.
Mi sento bene. Sono in forma. Sono felice. Mi piace quando mi sento così, quando perfettamente immobile riesco a muovermi e spostarmi nelle tre dimensioni consentitemi quaggiù con una minima variazione dell’aria contenuta nei miei polmoni o con un impercettibile movimento dei miei muscoli. Bello!
Nello spostarmi mi sento osservata : alzo un po’ la luce ed illumino un altro pappagallo : enorme ! Non è appoggiato, è in assetto, bocca aperta, respira piano un po’ rincoglionito.
Il becco è semplicemente mostruoso,credo che potrebbe tranquillamente tranciarmi una mano, mai vista una cosa del genere. Anche il Cicciuzz che gli sta facendo un video non si fida ad avvicinarsi più di tanto, è meglio non mettere in difficoltà l’animale che già si trova spalle al muro e senza via di fuga. Non si sa mai che reazioni potrebbe avere.
Ci soffermiamo a lungo a guardare questa strana coppia, anche se credo che loro abbiano fatto lo stesso !
Proseguendo incontriamo ancora una ballerina spagnola, altri nudibranchi, granchi, scorfani, gamberi, lion fish in caccia, sorprendiamo pesci angelo e farfalla nel sonno, seguiti sempre da vicino dal cernione, che sfila via nell’oscurità e forse sfrutta le nostre luci per cacciare, chissà. Guardo il computer e mi sorprendo a vedere che sono passati 45 minuti, considerando che non abbiamo ancora raggiunto la prua e che dobbiamo tornare indietro. Il manometro lo controllo per sfizio, per pura curiosità dato che stasera mi sento un abitante di questo regno magico, un “sea dweller” come mi ha chiamata un amico un giorno.
Infatti la scorta di aria è più che abbondante, potrei rimanere un’altra ora ad ammirare questo spettacolo. Mi avvicino alla guida, delicatamente sta passando al setaccio una gorgonia alla ricerca del cavalluccio pigmeo; per non intralciarlo nel suo lavoro, ma curiosissima, levito sulla sua testa e completamente immobile inizio ad indagare i rametti anch’io. Niente cavalluccio, pazienza, ne abbiamo visti tanti nei giorni precedenti in Sulawesi; invece ci sono dei gamberetti microscopici che si muovono tra i polipi, stimo che saranno un paio di millimetri, non di più.
Iniziamo il ritorno. Provo una stretta al cuore.
L’idea del mattino torna prepotente : ci vorrebbe una vita intera per scoprire tutti i tesori della Liberty.
Si alza una corrente a strappo, unita ad un ondeggiamento lieve. Scruto la superficie, a pochi metri sopra a noi : si è alzato un po’ il mare. Questo lato della nave, rivolto verso terra, risente della risacca, ma oramai abbiamo quasi finito. Il fascio delle nostre torce illumina i punti di riferimento visti la mattina, le stive vuote, la fiancata della nave, la zona di sabbia con il giardino di anguille, passiamo accanto alla poppa, al buco dove ci siamo infilati ad inizio immersione.
Ciao Liberty, grazie per avermi fatto partecipe dei tuoi segreti, rimarrai nel mio cuore e nel mio logbook come la migliore immersione notturna fatta fino ad ora.
Ultime pinneggiate verso riva, risaliamo. L’onda lunga si infrange ritmica sulla spiaggia. Spegniamo le torce. L’oscurità è totale, il silenzio pure.
Non ci sono parole per descrivere il cielo stellato sopra di noi, senza nessun altra interferenza luminosa. Imprimo questa immagine mozzafiato nella mia mente e poi riprendo goffamente la dimensione umana ruzzolando fuori dall’acqua sospinta dalle onde ed affondando nei ciottoli.
A riva mi aspetta la portatrice, a cui consegno l’attrezzatura, ed un bacio dal mio buddy.
Ci incamminiamo in silenzio nel buio, con la certezza e la soddisfazione di aver fatto parte per un momento di qualcosa di unico.

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